Wednesday, November 01, 2006

questione di gender (Transamerica)

Ad una settimana dall'operazione chirurgica che sancirà definitivamente il suo essere "donna" Bree (Felicity Huffman) scopre di avere un figlio, Toby, frutto di una relazione eterosessuale (lesbica secondo i suoi parametri) avuta anni prima. Il ragazzo è in galera, si prostituisce per vivere e raccimolare abbastanza soldi per andare in California e realizzare il suo sogno: diventare un attore porno. Prima di potersi sottoporre all'agognata operazione Bree dovrà fare i conti con il suo IO passato....
Transamerica di Duncan Tucker è un insolito road movie.
Una donna interpreta un uomo che vuole essere una donna e un ragazzo che esercita quel mestiere che nella maggior parte dei film è prerogativa delle donne (l'unica eccezione che mi viene in mente è Belli e dannati di Gus Van Sant)...

Un viaggio alla scoperta di se stessi e delle proprie radici, un tentativo di accettarsi nel bene e nel male (per Bree avere a che fare col proprio figlio significa non cancellare il suo passato maschile) senza per il momento indagare nel macro tema delle relazioni sociali....accettare se stessi per farsi accettare ....uscire dal cliché della "checca isterica" ed elaborare il significato della parola "normale"...
Film forse non per tutti, ma consigliato a tutti. Niente lezioni, niente morale, solo un po' di s(tr)ana vita di tutti i giorni....

Non posso fare a meno di chiedermi quale volontà spinga una persona (uomo o donna) a modificare, plasmare così il suo corpo. Mi chiedo quale gabbia possa essere questo involucro fatto di carne e sangue perché si decida di cambiarlo...cosa voglia dire guardarsi allo specchio, sentirsi donna e vedere un uomo (e viceversa), accettare di soffrire, di sottoporsi a quel mix di trattamenti estetici, pillole, operazioni dolorosenon per cambiare, forse, ma per tornare a essere quello che si è davvero...

2 Comments:

Blogger Unknown said...

Transamerica è stata un piacevole sorpresa, per quanto fossi preparato sulla trama del film, ho riscontrato un approccio pulito e sensibile al tema della diversità, senza cadute nel cattivo gusto, per intenderci. La Huffman, sconosciuta a molti se non per la serie tv che ha spopolato negli ultimi anni (facciamo eccezione per Lost, di cui sono grandissimo fan) ha mostrato un talento che mi auguro saprà ancor più indirizzare per il grande schermo. In definitiva un road movie (ritengo il mio genere preferito in assoluto) di ottima qualità

11:58 PM  
Blogger innuendo said...

ma come hai fatto a infilare lost in questo post??
che maestria!!!

12:01 PM  

Post a Comment

<< Home