Friday, November 10, 2006

fantasmi di carne (Ferro3)

doppio avviso ai lettori: il post contiene informazioni dettagliate sul film e l'autrice non conosce altre opere dell'autore pertanto si scusa di eventuali concetti ovvi, ma tralasciati o totalmente al di fuori della concezione artistica del regista

Un volantino per terra, due volantini per terra... il terzo è rimasto appeso alla porta. Ecco che il giovane motociclista, che porta con sé ancora un altro plico di volantini strappa quel pezzo di carta, forza la serratura ed entra nell'appartamento. Ferro3 di Kim Ki-duk mette silenziosamente in scena una storia d'amore dove realtà e illusione si avvolgono dolcemente tra loro.Senza cadere nel banale, il numero 3 travalica e dilata i confini del triangolo amoroso per diventare esperienza di vita onirica e poetica.Tae-Suk è, a tutti gli effetti, il "terzo incomodo": approfittando dell'assenza dei proprietari entra nelle loro case e le vive; lava i loro indumenti, ripara quello che non funziona più ed infine si fotografa con loro, o meglio con le loro fotografie, come un qualunque ospite in visita.Eppure queste sue intrusioni/incursioni non sono senza conseguenza. Tae-Suk non è una presenza innocua, non è un fantasma. Agisce, ama, ma può anche ferire. Gli effetti delle sue visite si vedono già nel primo appartamento: Tae-Suk aggiusta una pistola giocattolo che il figlioletto dei proprietari rivolgerà contro sua madre ferendola inconsapevolmente.Poi incontra Sun-Hwa. Moglie silenziosa di un marito violento, non reagisce come chiunque altro farebbe di fronte ad un estraneo in casa, ma agisce come il giovane intruso: lo osserva fino a che un terzo personaggio, questa volta il marito, non richiama l'attenzione su di lei.I due giovani si uniscono, non prima di aver cercato di eliminare l'uomo, ormai terzo incomodo, dal loro sistema (con una mazza da golf, il ferro n°3, quello che viene usato più raramente in quell’attività).Ma appropriandosi delle familiarità altrui vengono scoperti: Tae-Suk subisce la vendetta del marito tradito e finisce in carcere. Qui il film, già con pochissimi dialoghi, diventa ancora più silente, addentrandosi nello strano comportamento del giovane. Che cosa fa? Semplicemente si allena a diventare un fantasma, anzi un ombra. Incurante delle botte e degli insulti si addestra a diventare invisibile, a nascondersi alle spalle delle persone e divenire loro stesse.Così, una volta terminata la prigionia, egli dapprima ripercorre i luoghi che lo hanno condotto al carcere (la casa dove ha passato la notte tra le braccia di Sun-Hwa, il pugile che lo ha picchiato, il poliziotto corrotto) ed infine torna dall'amata. E qui, nella casa della giovane, dove lo spettatore si attende forse il consumarsi della vendetta contro il marito violento, si assiste al completo assorbimento di Tae-Suk nella coppia. Egli diventa l'ombra del legittimo sposo al punto che Sae-Hwa può dichiarare il suo amore per il giovane guardando in faccia il consorte, che nemmeno si accorge della presenza estranea (il numero tre) felice della rinnovata serenità della moglie. Solo lei può vederlo, solo lei può percepire l'esistenza di questo ectoplasma in carne e ossa e godere finalmente della felicità nella stessa casa che fino a quel momento era stata soltanto una trappola.Diverse le sequenze da tenere a mente: la giovane in auto ferita dalla pallina da golf, la sepoltura del vecchio sconosciuto e naturalmente il bacio finale dei due, in quell'abbraccio che avvolge e allo stesso tempo isola ed espelle il marito.Film poetico, ma non dimentico della trama, Ferro3 resta uno di quei film capaci di far sognare e di sognare, nel senso più sconvolgente del termine.

Wednesday, November 01, 2006

questione di gender (Transamerica)

Ad una settimana dall'operazione chirurgica che sancirà definitivamente il suo essere "donna" Bree (Felicity Huffman) scopre di avere un figlio, Toby, frutto di una relazione eterosessuale (lesbica secondo i suoi parametri) avuta anni prima. Il ragazzo è in galera, si prostituisce per vivere e raccimolare abbastanza soldi per andare in California e realizzare il suo sogno: diventare un attore porno. Prima di potersi sottoporre all'agognata operazione Bree dovrà fare i conti con il suo IO passato....
Transamerica di Duncan Tucker è un insolito road movie.
Una donna interpreta un uomo che vuole essere una donna e un ragazzo che esercita quel mestiere che nella maggior parte dei film è prerogativa delle donne (l'unica eccezione che mi viene in mente è Belli e dannati di Gus Van Sant)...

Un viaggio alla scoperta di se stessi e delle proprie radici, un tentativo di accettarsi nel bene e nel male (per Bree avere a che fare col proprio figlio significa non cancellare il suo passato maschile) senza per il momento indagare nel macro tema delle relazioni sociali....accettare se stessi per farsi accettare ....uscire dal cliché della "checca isterica" ed elaborare il significato della parola "normale"...
Film forse non per tutti, ma consigliato a tutti. Niente lezioni, niente morale, solo un po' di s(tr)ana vita di tutti i giorni....

Non posso fare a meno di chiedermi quale volontà spinga una persona (uomo o donna) a modificare, plasmare così il suo corpo. Mi chiedo quale gabbia possa essere questo involucro fatto di carne e sangue perché si decida di cambiarlo...cosa voglia dire guardarsi allo specchio, sentirsi donna e vedere un uomo (e viceversa), accettare di soffrire, di sottoporsi a quel mix di trattamenti estetici, pillole, operazioni dolorosenon per cambiare, forse, ma per tornare a essere quello che si è davvero...