In un palinsesto ormai devastato da reality (dei quali la sottoscritta non critica l'esistenza bensì là sovrabbondanza) si affaccia violento sul piccolo schermo grazie a La7 il film di Alan Parker Mississippi Burning. Nel 1964 due agenti dell'FBI vegono inviati in un paesino del Mississippi per indagare sulla scomparsa di tre attivisti dei diritti civili, due ragazzi bianchi ed uno di colore. La cittadina del sud è pervasa dall'odio razziale e il Ku Klux Klan è insediato in ogni livello del potere nemmeno tanto velatamente. Film forse datato, ma pericolosamente attuale nel suo illustrare come l'odio è in grado di permeare la mente e il cuore di una comunità e di come sia in grado di farlo liberamente, senza freni. A metà film circa la moglie del vicesceriffo, nata e vissuta in quella città così simile a tante altre, spiega che l'odio non è qualcosa con cui si cresce, un mantra ripetuto così tante volte da dover diventare per forza vero. In un tempo per noi ormai remoto persone come Hoover, Kennedy hanno vissuto e le loro azioni, le loro decisioni hanno avuto delle conseguenze che si pagano ancora oggi. Si chiamano giochi di potere e sono giochi che fanno male. Invece di parlare del film permettetemi di evocare un altro "fantasma", si chiamava Martin Luther King e nel 1963 (un anno prima rispetto all'ambientazione del film): ha detto un paio di cose:
Io ho davanti a me un sogno, che un giorno sulle rosse colline della Georgia i figli di coloro che un tempo furono schiavi e i figli di coloro che un tempo possedettero schiavi sapranno sedere insieme al tavolo della fratellanza.
Io ho davanti a me un sogno, che un giorno perfino lo stato del Mississippi, uno stato colmo dell'arroganza dell'ingiustizia, colmo dell'arroganza dell'oppressione, si trasformerà in un'oasi di libertà e giustizia.
Io ho davanti a me un sogno, che i miei quattro figli piccoli vivranno un giorno in una nazione nella quale non saranno giudicati per il colore della loro pelle, ma per le qualità del loro carattere. Ho davanti a me un sogno, oggi. [...]
Con questa fede saremo in grado di strappare alla montagna della disperazione una pietra di speranza. Con questa fede saremo in grado di trasformare le stridenti discordie della nostra nazione in una bellissima sinfonia di fratellanza.
Martin Luther King, 28 agosto 1963, Lincoln Memorial (Washington)
Continuiamo a sognare....